C’era una volta un ragazzo. O per meglio dire un bambino. Pur essendo nato a Faenza è vissuto a Tredozio solo fino agli otto anni.
Abbiamo passato assieme le
prime due classi delle elementari e, dopo la promozione ottenuta svolgendo ottimamente
l’esame di ammissione alla terza classe, se ne andò armi e bagagli verso una
lontana città chiamata Bologna.
Ci dimenticammo di lui ed a
parte alcune brevi parentesi nelle vacanze estive, non sapevamo poi molto di
cosa faceva nella città.
Così lui cresceva
dedicandosi al nuoto agonistico, al windsurf, allo snowboard, al parapendio,
alle figurine contro il muro e a chissà cosa d’altro.
Non lo abbiamo mai saputo e
lui se ne è ben guardato dal rivelarcelo.
L’adolescenza ci ha
riavvicinato. Nelle serate estive tredoziesi giocando a pallavolo o in altre
occupazioni altamente fortificanti tipo :
- Andiamo a Castrocaro
Terme che c’è del giro !!! -
A tal proposito vorrei
ricordare un fatto tra i tanti che abbiamo vissuto assieme.
Una sera come altre, l’anno
è il 1984, partiamo per Castrocaro Terme perché le leggende narravano di
possibilità enormi per tutti, una specie di Eldorado della g....a. Arrivati a
destinazione con la Fiat 127 color verdino (colore altamente rimorchiante) del
nostro, ci rechiamo quindi alla “Silvanella”, noto locale con giro sicuro.
La locandina all’entrata ci
lascia esterrefatti “Questa sera grande musica. Il Liscio classico con
l’orchestra di Ado Raldi”. Perfetto, l’età media sarà di 70 anni. Non
ricordo più chi ci aveva consigliato ma giurammo solennemente che non gli
avremmo più dato retta (falso : il mitico Ado lo rincontrammo anche a Riolo
Terme, dietro consiglio sul solito giro sicuro, tanto che per anni, se le cose
non buttavano bene, invocavamo Ado come sinonimo di “che sfiga che abbiamo
anche stasera” n.d.r.). Colgo l’occasione per porgere pubbliche scuse. Magari
Ado era anche simpatico, ma non ci siamo mai incontrati. Comunque decidemmo di
non rovinare la tradizione e di non incontrarlo neanche quella sera. Partimmo
quindi alla volta di Brisighella, nota amena località termale come Castrocaro
Terme (e come Riolo Terme, noto solo ora, dopo tanti anni, che trafficavamo
sempre centri termali, mah) sperando di salvare la serata.
Per chi non conosce bene la
zona devo chiarire che ci aspettavano ben due passi da svalicare per arrivare
per arrivare al divertimento sfrenato di Brisighella.
Arrivati alla discesa del
secondo passo il pilota iniziò a dirci che i freni non funzionavano bene.
- Ci sarà un guasto –
- Valà che ti sbagli –
- Il Ghedo avrebbe frenato
con i piedi – (ndr.: mai conosciuto questo Ghedo, ma si narrava che compiva
azioni assimilabili alle fatiche di Ercole)
- Quand’è che arriviamo ? –
- Che bella serata –
Finché, ormai arrivati a
destinazione, qualcuno notò che la leva del freno a mano era in posizione, così
si dice alla scuola guida, di arresto....
Mesti mesti arrivammo a
Brisighella, alla disco della piscina comunale dove ci divertimmo a iosa…. Non
ricordo nessun particolare della serata danzante, ma ricorderò sempre
l’automobile con il freno a mano tirato e particolarmente il ritorno a casa con
tutta la discesa in prima e seconda marcia.
Comunque, per non tediarvi
con ricordi vari sugli anni 70-80 (forse ne abbiamo pochi degli anni 90-00,
prendetela come provocazione) torniamo alle gesta del nostro eroe. La storia
continua. La vita avanza.
Ci tocca lasciare le
ombreggiate panchine del viale tredoziese, le serate da sballo in giro per la
Romagna, le partite a bigliardino, la Band of Grezus, le musicali incisioni serali
con Mauro che ci accompagna al piano, la chiacchierate notturne, le piade al
bar Derna, i Dire Straits (che ascolto mentre scrivo), le 22:00 per andare a
ritirare Stefano, l’asilo Mariuccia, e tante altre cose che non voglio scrivere
perché il tempo delle superiori (intese come scuole) è finito. Il lavoro o
l’Università ci aspetta.
Ci vediamo molto più di
rado, ma ad ogni occasione facciamo, inconsapevolmente, la conta delle tappe
che abbiamo raggiunto e superato nella vita.
Lavoro qua, lavoro là, fidanzate,
matrimoni, figli, tutto cambia nel bene o nel male ma una cosa rimane sicura,
certa, indubitabile, immancabile, infallibile, assicurata, garantita,
incontestabile, indubbia, inconfutabile :
Graziano che fa ?
L’unica cosa certa era la
Laurea ottenuta.
Più volte abbiamo provato a
scalfire una sorta di ritrosia a parlare dell’argomento lavoro con il nostro,
ma non siamo riusciti che ad ottenere una serie di strani versi.
Le abbiamo pensate tutte :
vincita ad un gioco a premi, eredità dello zio d’America, attività illecite,
indebitamento sfrenato, mantenuto da vecchia babbiona in cambio di prestazioni
di varia natura.
Niente. La “leggenda” è
andata avanti per tutti questi anni e nulla è mai trapelato, il muro di gomma
non è mai crollato.
Fino a che un giorno è
successo l’irreparabile.
L’umile estensore di queste
righe, dipendente di un comune della bassa Bolognese, ha ricevuto una mattina
una richiesta su carta intestata della Regione Emilia Romagna.
Scorsa la lettera e non
capendoci granchè va a cercare aiuto nei referenti della missiva.
In calce allo scritto ci
sono gli estremi di due dottori da contattare per chiarimenti.
Sedetevi. Uno dei due è,
squillino le trombe e rullino i tamburi, il Dottor C. Graziano con relativo
telefono 051.63..... .
Penso subito ad una
omonimia, gli telefono, ma è proprio lui !!!
Un altro mito è caduto. Gli
tocca lavorare, vabbè che non spacca le pietre, ma se non altro deve comunque
marcare un cartellino, stare un tot tra quattro mura e tutto quel che ne
consegue.
Anche Graziano è entrato a
far parte del nostro “Circolo dei Lavoratori”.
Dei bei tempi, in cui non
sapevamo come passare il tempo, non è rimasto che il ricordo.
L’ultimo mito è caduto.
Come si scrive nelle
lettere commerciali, l’occasione mi è gradita per porgervi cordiali saluti.
Ultima nota per chi si
trova a leggere questa Cosa senza essere stato protagonista con noi di quegli
anni. Se siete arrivati fino in fondo forse la storia vi ha appassionato almeno
un poco. La cosa mi rende contento anche e innanzitutto perché tutta la serie
di cose che ho rammentato sono state e sono ancora la nostra vita, semplice se
volete, ma che ricordo con estrema dolcezza.
Ciao e auguri a Graziano
per il nuovo lavoro (ma nuovo quanto, ad una prossima puntata la risposta a questo
secondo mistero).