versione iniziata alle 10 del 25 e servita alle ore 3 del 26 luglio 2020
per il concorso "Turno di Notte"
Cogito ergo sum –
Stefano Samorì
L'incipit di Carlo Lucarelli da cui proseguire nella scrittura:
Ci sono desideri che sembrano
impossibili, così grandi e così complessi, così difficili che figurarsi, e
invece in un attimo, come per caso, si avverano.
E ce ne sono altri che
sarebbero lì, a portata di mano, di dito, addirittura, e poi niente, via,
svaniti, scomparsi.
E questo?
Qual era, cos’era, questo?
Svegliarsi rendendomi conto di
essere nel buio totale non era stato piacevole.
Steso, sdraiato su una superficie
morbida.
Silenzio totale attorno a me.
Sentivo solo il mio respiro.
Provai a muovermi ma non avevo
molto spazio intorno. Le mani toccarono subito una superficie morbida, sembrava
un cuscino, un esteso cuscino. Potevo sentire i bottoni che fermavano
l’imbottitura.
Tutt'intorno sentivo solo
imbottitura e bottoni.
Quattro angoli squadravano lo
spazio attorno a me.
Provai a ruotarmi ma non avevo
spazio sufficiente per farlo.
Non poteva essere che quello che ormai
pensavo.
Non dovevo pensarci, era da
impazzire affogato nella follia.
Come potevo esserci finito se non
ricordavo di essere morto.
Nessuno ricorda di essere morto,
del resto nessuno dovrebbe risorgere in queste condizioni.