martedì 25 maggio 2021

Merletti e segreti (o viceversa)

 


Aspettavamo per cena una coppia con il figlio. Qualcuno lo aveva descritto problematico, e andava alla scuola elementare con il nostro. Non eravamo amici, ma solo genitori di compagni di classe delle elementari.

Ci si vedeva all’ingresso e all’uscita della scuola. Mia moglie aveva frequentata la madre del compagno solo per qualche riunione scolastica e niente chat di whats, vietata dopo l’ennesimo equivoco scatenatovi.

Parevano un po’ spaesati, soprattutto la madre, perché il padre non si vedeva molto.

Venivano da un piccolo paesino della Sicilia, si erano trasferiti in Emilia per il lavoro del marito, qualcosa che riguardava la sicurezza, la guardia giurata credo, mentre lei faceva la casalinga.

Li avevamo invitati anche per farli stare bene, per aiutarli a integrarsi. Non avevano amici da queste parti.


La settimana prima avevamo trovato in terrazza il nido di un qualche uccello. Il nido era vuoto, costruito in un giorno. Nascosto tra i rametti delle piccole piante che adornavano il bordo del terrazzo.

Lo teniamo? Lo buttiamo? Come comportarci? tutte domande che vennero spazzate via quando vedemmo arrivare a rotazione due merli, che avremmo poi capito essere il maschio e la femmina, che portavano ancora materiale alla costruzione della loro casa.

Da quel momento il loro nido diventò anche il nostro, una sorta di tabernacolo della vita che si rinnova, si sviluppa e va avanti nonostante tutto.

Speranza per i giovani compagni merli di avere dei piccoli merlini da accudire.

Erano state deposte le uova, ben quattro, ponendoci tutti in trepidante attesa della schiusa.


La sera della cena eravamo imbarazzati come lo sono degli sconosciuti che si studiano e si squadrano per trovare qualcosa da dire senza creare inconvenienti. Cercando di creare un ponte comune su cui stare assieme.

Accomodatevi, un attimo che prepariamo, date un’occhiata in giro che arriviamo subito, gli dicemmo dalla cucina.

Il marito era purtroppo molto silenzioso, la moglie aveva timore di dire e guardava spesso il marito come attendendo il parere favorevole alle proprie parole.

A volte lo sguardo del marito la zittiva. L’imbarazzo per noi era sempre maggiore. 

Poi venne fuori il discorso dei merli in terrazza. Raccontammo tutta la storia orgogliosi come se i merli fossero figli nostri.

La moglie ammiccava sorridente, il marito non sembrava molto interessato, ma se non altro non guardava male la moglie.

Il figlio divenne curioso di vederli dal vivo. 

Eravamo molto titubanti nel far vedere il nido, la merla stava covando e avevamo timore che se avessimo disturbato, gli uccelli avrebbero abbandonato il nido.

Ma il bambino non aveva aspettato il nostro permesso né i genitori l’avevano bloccato. L’unico accenno della madre era stato stoppato dal solito sguardo del padre.

Il bambino era andato in terrazza e poco dopo, con sguardo deluso e senza dire nulla si era accomodato a tavola.


Avrei voluto andare a controllare, ma sembrava brutto, come non mi fidassi del bambino. 

Avevo però un’altra possibilità, la webcam che avevo posizionato sopra al nido per tenerlo d’occhio senza disturbare.

L’avevo collegata a un pc in camera e così con una scusa andai a controllare con un’ansia nascosta.

La diretta mi confermò che l’ansia era ben riposta. Il nido non c’era più.

Il vaso di fiori su cui si erano dati tanto da fare i due merli, era senza nido. Le uova, la merla il nido, tutto sparito. Mio figlio era dietro di me e aveva visto tutto.

Non feci in tempo a bloccarlo che andò subito dal compagno urlandogli contro.

Mentre mia moglie cercava di bloccarlo, il bambino si mise a piangere farfugliando qualcosa.

I genitori vista la situazione decisero di andarsene con le scuse della sola madre.


Rimasti soli andammo in terrazza a vedere dove stava il nido. Sporgendomi dal parapetto del nostro piano rialzato, lo vidi, nido e uova sparse per il giardino sotto.

Andammo subito a recuperare tutto rimettendo al suo posto nido e uova. Non se ne era rotta nessuna. Non si trattava che aspettare e sperare nella merla.

Nel frattempo, andai a bloccare la diretta della webcam. Il programma cominciò quindi a elaborare la registrazione fatta.

Alla fine, mi trovai con l’ultimo video del nostro documentario sui merli. Cominciai a vederlo per dar loro un saluto, così senza senso dandolo a un video, ma il dispiacere era tanto. Sapevamo dei problemi del bambino e cosa avremmo potuto dire. Potevo solo essere triste per la situazione dei genitori.

Mentre pensavo a tutto questo, distrattamente guardavo e non guardavo il video. Mi resi conto di avere passato il momento della sparizione del nido, ma era strano che non fossi quasi alla fine.

Seguendo l’orario impresso nel video, andai verso la fine più o meno nel momento dell’uscita del bambino in terrazza e il nido non c’era già più. Anzi, il bambino, vista la webcam, si era affacciato facendo un sorriso deluso. 

Se non era stato lui allora chi?

Non mi restava che tornare indietro nel video e trovare quello che avevo paura di scoprire.

Che purtroppo trovai.

Il bambino problematico era il figlio del padre, che lo rendeva tale.


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