sabato 21 giugno 2008

Chi ha usato questo letto - concorso Scritto in una notte 2008

Il letto era sfatto, maleodorante, impregnato di chissà quali sostanze e sicuramente di alcool di cattiva qualità. Il mio socio buttò il suo lapidario “la solita storia”. E con questo voleva dire che non vedeva l’ora di andarsene. In effetti non c’era un granché da fare in quella stanza. Quello che era successo ormai non poteva essere cambiato dalla nostra presenza.

Questi fatti accadevano già da diverso tempo. Stanze d’albergo abbandonate improvvisamente dagli occupanti. Di solito ci chiamava il proprietario per denunciare la fuga dei clienti senza aver pagato. E fin qui nulla di strano. Apparentemente. Ma questi casi erano uniti da un filo conduttore. Ne ero convinto. Al mio socio, Gaetano, invece non fregava nulla e non vedeva l’ora di andarsene. Altri casi “più importanti” ci chiamavano al dovere.

Fare l’agente della Polizia Municipale di Castel San Pietro Terme, d’ora in avanti chiamato CSPT, era il nostro compito. Pattugliare di notte, con il rilevatore radar a distanza, le velocità dei ventenni in giro per il territorio era la nostra missione, fermare per i controlli di routine solo le belle ragazze il nostro mandato. Passarono alcuni giorni e tra una multa e un ritiro della patente, tra un controllo delle frecce indicatrici di direzione e l’identificazione di un possibile immigrato clandestino (somigliantissimo a Bin Laden, tra l’altro, e finito come articolo di colore sul Carlino) ci eravamo quasi scordati dei casi dei letti abbandonati.

Ma quando ci chiamò anche l’hotel Castello per un fatto analogo chiesi al comandante di essere inviato a fare indagini. Le altre volte, era già il quinto caso in cinque hotel diversi di CSPT in due mesi, nessuno aveva svolto sopralluoghi. Il budget delle multe per rimpinguare il bilancio comunale doveva essere raggiunto, e nessuno aveva tempo che per la sicurezza stradale.

Neanche stavolta sarei stato inviato. Giocai la carta del bastardo buono e dissi la frase magica “un giornalista mi ha chiesto riguardo alle multe…mi aspetta al bar all’angolo…, che faccio ?”

Non feci in tempo a finire la frase che eravamo già stati spediti con il mezzo più importante a nostra disposizione: il Range Rover quattro ruote motrici. Non si sa mai che arrivi un’inondazione mentre percorriamo il viale delle terme.

All’hotel si erano attenuti alle disposizioni che avevo impartito via telefono. L’addetta alla reception ci assicurò che nessuno aveva toccato nulla. Anzi erano impauriti da tanta attenzione, direi quasi insospettiti che ci fosse davvero qualcosa di grosso. Magari un elemento ingombrante della politica locale. A dar credito che davvero ci fosse qualcosa di importante, come spuntato dal nulla, mi ritrovai pure un giornalista del Castellano.net che chiedeva informazioni. Lo squadrai. Ci guardammo. Per alcuno istanti… che parevano non finire mai… tutto rimase sospeso. Fino a che il mio socio parlò “ci farebbe un caffè” rivolto alla barista del bar dell’hotel.

Prendemmo il caffè tutti e tre insieme mentre pensavo “ma quanti giornalisti ci sono in giro se ne ha uno pure il Castellano.net ?” “Avranno stipendi notevoli per fare un lavoro del genere, altro che il vigile urbano”. Stavo quasi per chiedergli qualcosa al riguardo quando iniziò la solita discussione su chi avrebbe pagato i caffè. Alla fine pur di sgomberarci dal bar ci offrì tutto, compreso un cornetto alla crema, la proprietaria dell’hotel. 

Impedii al giornalista di seguirmi, ma essendo già sul posto e per non insospettirlo dovetti far finta che non fossi turbato dalla sua presenza. Gli promisi che gli avrei riferito quello che la legge mi consentiva, ma che sul luogo del “delitto” non poteva avvicinarsi nessuno tranne le forze dell’ordine. Il mio socio mi traguardò da capo a piedi e sembrò quasi che avessi acquisito una nuova positiva e entusiasmante immagine nei suoi riguardi.

“Gaspare deve aver guardato troppi Starschi e Hutch” pensò il mio socio “ma diamogli ragione”

Il sopralluogo non ci disse niente di particolare. Chiesi alla bionda e conturbante cameriera ucraina se avesse notato qualcosa di strano. Niente, quando era montata lei erano già spariti. Mi stupì Gaetano che gli volle fare una domanda. Gli chiese “cosa fai stasera ?”, lo trascinai via mentre cercava di scrivere il suo numero di telefono su di un panno antipolvere.

Domandammo alla proprietaria, ma non li aveva visti perché erano arrivati verso le 23 quando non era presente. Solo il portiere notturno poteva dirci che aspetto avessero. Ma aveva smontato alle 7 ed era irraggiungibile, partito per le ferie in autostop, senza telefonino. Tipo alternativo il portiere o inaccessibilità programmata?

Le indagini si arenavano qui. Il comandante mi chiamò al cellulare per sapere se avevamo finito. Che potevo dirgli. In pratica non avevamo neanche iniziato. Stavo per chiedere un’intervento del Ris per esaminare le sostanze sul letto, risalire al DNA, etc, etc. ma forse era meglio tornare alla base.

Congedai il giornalista del Castellano.net promettendogli che se ci fossero stati sviluppi avrei senz’altro provveduto ad informarlo. Neanche Kojac avrebbe sbolognato così elegantemente un asfissiante cronista d’assalto di nera.

Nel pomeriggio ero alla scrivania dell’ufficio quando entrò un vecchietto di … avrà avuto ottanta anni. Chiedeva di quello che indagava sulle sparizioni degli hotel. Lo spedirono subito da me. L’efficienza della pubblica amministrazione, subito da me senza farlo aspettare. Che colleghi efficaci. Ditelo a Brunetta.

Comunque, quando fu certo che nessuno ascoltava, mi raccontò di un fatto inquietante. La sera prima si era recato presso l’hotel Castello in compagnia di un’amica. Ci tenne a dirmi che aveva trenta anni, l’amica. E che mentre chiacchieravano sul letto matrimoniale dalla stanza accanto avevano sentito dei rumori. Cercai di fermarlo dal raccontarmi quello che madre natura sicuramente aveva agevolato nella stanza accanto.

“mi ascolti” mi disse “so benissimo quello che succede nelle camere d’albergo…” mi guardò ammiccando e tirò fuori la foto di una bella ragazza “la mia amica”. Non so come ma sbucò Gaetano facendo immediati apprezzamenti. Vedi i colleghi, sembra non gli interessi nulla e invece… 

“Ma ieri sera è accaduto altro” la cosa mi iniziò a incuriosire “ieri sera dopo i soliti gridolini etc,etc, che ormai riconosco, all’improvviso, come se fosse caduto un muro, è calato un silenzio assoluto”

“tanto che la mia amica Tatiana, si è impaurita e … capisce com’è…” 

“dica, dica” interloquì Gaetano, presenza inaspettata anche se un po’ monocorde, mentre guardava ancora la foto di Tatiana contendendola all’arzillo vecchietto

“non ha più voluto saperne, e va bene i prezzi modici…”

“dell’albergo ?” chiesi

“non solo quelli, e certamente lo sono, no intendevo…”

“quanto ?” lo incalzò Gaetano, ma la conversazione si stava complicando e la chiusi che neanche il tenente Colombo avrebbe saputo fare di meglio

“quindi cos’è successo ?” intimai risoluto

“non è successo nulla, ho dovuto pagare capra e cavoli, e non è accaduto… nulla” gridò disperato

“dovete impedire che capitino fatti del genere, voi tutori dell’ordine … aiutateci” fu l’ultimo grido di dolore che fece mentre veniva trascinato via da misteriosi uomini vestiti di nero.

E questo mi inquietò alquanto.

Gaetano rimase con la foto della ragazza, mi chiese se era il caso di rintracciarla visto che dietro era vergato un numero, in apparenza telefonico.

“d’accordo, procedi, questa storia sta diventando scottante” provai a spiegarlo al capo, ma ci attendeva un inaspettato lungo turno di guardia all’autovelox e dovemmo rimandare.

I turni all’autovelox erano i più massacranti che avessimo mai fatto. Continui e ripetitivi giorno dopo giorno. Non ci lasciava il tempo di fare altro. Sembrava quasi che ci volessero punire per qualcosa. Ma cosa? Dopo un settimana, una mattina, mentre eravamo fermi all’altezza di Gallo Bolognese, nascosti dietro alla cabina dell’Enel, si fermò un’auto bianca con vetri oscurati. Si abbassò il finestrino e dal buio dell’interno una voce ci sussurrò qualcosa … che non capimmo. Era troppo bassa la voce e troppo alto il rumore del traffico della via Emilia. L’auto bianca se ne andò e ancora oggi non sappiamo cosa ci avessero voluto dire quel giorno.

La settimana successiva eravamo a Osteria Grande all’altezza della Chiesa quando si fermò un’auto nera, si abbassò il finestrino e dall’interno ci chiesero “Where is CSPT ?” ma noi non capendo le lingue straniere non sappiamo ancora oggi cosa ci avessero chiesto.

La settimana susseguente mentre cambiavamo l’ennesimo rullino fotografico dell’autovelox sotto le variopinte e diciamo pure divertenti, se non che rivolte a noi, maledizioni degli automobilisti di passaggio, si fermò un’auto. Ne discese un personaggio che avrebbe lasciato il segno. Non chiedetemi come potesse saperlo ma era li per noi. Avevamo di fronte un signore sulla quarantina, indossava buone e consumate scarpe da trekking, zaino capiente, pallido quanto basta per capire che lavorava di notte e dormiva di giorno o che non gli piaceva prendere il sole, vedete voi.

“ho saputo che mi avete cercato all’hotel per un fatto avvenuto tre settimane fà” esordì. Era sicuramente il portiere presente la notte della sparizione all’hotel Castello.

La chiave di volta era di fronte a noi. Eravamo già convinti di poter risolvere il giallo dei letti abbandonati. Il comandante non avrebbe più riso di noi. Ci avrebbe tolto da questi turni massacranti pareggia-bilancio.

Pure Gaetano lo vedevo contento mentre cercava il panno antipolvere della cameriera.

Tutto avrebbe avuto un senso e finalmente avrei potuto dormire tranquillo.

“sono stato in viaggio senza mete precise, e in autostop occasionali sono arrivato fino a Capo Nord” iniziò il portiere

“poi visto che non c’era niente da vedere, ma perché ci vanno tutti mi sono chiesto, sono tornato indietro”

“sono stato fino in Libia, non mi lavavo da una settimana e quando sono rientrato mi hanno preso per immigrato clandestino e sbattuto in un CPT”

“sono arrivato in Turchia proprio mentre la loro nazionale perdeva la finale degli Europei di calcio contro l’Italia e le ho prese dagli ultras turchi”

“Ho vagato in autostop per tre settimane per dimenticare quello che è successo quella notte…” continuò il portiere

Pregustai questo momento dilatando il tempo in cui mi stava davanti pronto a raccontarmi.

Potrei dire che avevo l’acquolina alla bocca come se stessi per addentare una mela saporita.

“… e devo dire che ci sono riuscito” continuò “ ne ho prese tante che non so più neanche chi siete voi”

E se ne andò via in autostop con il primo che lo prese su, ora vivono insieme in un auto in sosta nel parcheggio della RVB cosmetici.

Gaetano capì che, se avesse voluto finalmente telefonare alla cameriera, dovevamo risolvere il caso.

Troppe incongruenze e assurdità in una storia sola. La misteriosa sparizione, il vecchietto, gli uomini in nero, le auto con strani e/o silenziosi messaggi, Brunetta, il Ris, il giornalista del Castellano.net, le multe a migliaia, il Range Rover, il comandante, tutto mi girava intorno senza un senso apparente. Ma qualcosa era incongruo. Lo sentivo. Scoprirlo avrebbe risolto il caso. Marlowe lo avrebbe già fatto.

Gaetano intanto si era portato avanti telefonando alla cameriera e accordandosi per la sera stessa. Io solo rimasi a frullare tutti questi elementi cercando il bandolo della matassa.

E finalmente capii cosa non andava. Ma andiamo per ordine e ricapitoliamo.

Brunetta che vuole far lavorare i dipendenti pubblici? Follie visionarie anche solo pensarlo.

Il vecchietto con la trentenne? qualcuno avrebbe da ridire ma contenti loro…

Le multe? Ne facciamo davvero tante nel nome della sicurezza stradale.

Il Range Rover? Può servire in certe strade disagiate.

Pensateci bene. Nel frattempo, nella migliore tradizione dei gialli di Ellery Queen o di Nick Carter, ho convocato tutti i personaggi coinvolti nella hall dell’hotel e a loro mi rivolgo.

“ho studiato attentamente il caso e posso dire di averlo risolto”

“chi non poteva essere quello che diceva visto che il Castellano.net non ha un giornalista stipendiato ma solo volontari operosi?

“chi è arrivato prima di me all’hotel Castello e da chi è stato avvisato?

“si, mi rivolgo a lei cara la mia cameriere ucraina”

“è inutile che si volga in giro cercando l’aiuto di Gaetano, dovevo capirlo subito che ha cercato di circuirlo per averne i favori e magari conoscere l’andamento delle indagini”

“povero Gaetano, non ci ha voluto credere fino a che non gli ho sbattuto in faccia le prove, l’intercettazione telefonica

“è a casa che si dispera e cerca nella spazzatura la rubrica telefonica che per lei aveva buttato, un gesto del genere in un uomo non è facile da vedersi”

“e lei caro falso giornalista, come ha potuto comportarsi in questa maniera, atteggiarsi ad amico inscenando anche la pantomima per pagare il caffè”

“volevate divertirvi senza pagare le camere in cui andavate”

“lei si faceva assumere, ho controllato negli altri alberghi di CSPT, e poi quando era di turno chiamava il nostro falso giornalista per nottate lussuriose”

“le cose andavano avanti fino a che per qualche motivo dovevate frettolosamente abbandonare la camera prima che lei potesse risistemarla.

“fino a che quella notte avete pensato che il vecchietto avesse sentito cosa succedeva e siete scappati via, in fuga silenziosa e precipitosa, denunciando la sparizione di immaginari occupanti.”

“Cosa avete da dire ?”

“santo Berlusconi, le intercettazioni telefoniche sono illegali !!!”