Ecco l'incipit del XVI concorso Turno di Notte 2025:
Come fai a dire "e l'ultima":
l'ultima volta, le ultime parole, l'ultima qualunque cosa?
La prima sì, prima non c'era, appartiene al passato e quello lo conosci,
ma l'ultima riguarda il futuro, e quello chissà. Anche a giurarlo, a gridarlo,
con decisione e forza, spietata, ostinata, disparata, l'ultima, l'ultima, l'ultima.
Ma sarà vero?
Quel mattino di maggio poteva certamente nascere migliore di come si palesò all’edicolante che come solito era arrivato di buon mattino alla propria attività. Erano finite le levatacce delle fredde mattine invernali e i primi tepori dell’estate stavano manifestandosi. Purtroppo qualcosa quella mattina non sarebbe andato come si aspettava. Davanti all’edicola trovò il corpo di una giovane donna, che pareva dormire come era già successo quando si era trovato un poveraccio puzzolente, che aveva cercato riparo sotto al tendone dell’attività. Ma la giovane donna non respirava e mentre le girava attorno sotto ai suoi piedi sentiva uno strano appiccichio vischioso.
Il commissario di polizia arrivò appena possibile. Il caso del killer delle ragazze era il suo. Intanto era ormai giorno fatto. Nel frattempo si era formato un capannello di persone curiose di capire o curiose a prescindere, molti erano clienti dell’edicola passati ad acquistare il giornale con le ultime notizie di stampa e passati all’ultima notizia in diretta.
Dopo poco arrivarono i primi giornalisti armati di telecamere e microfoni per la succulenta diretta mattutina. Intervistarono il giornalaio chiedendogli cosa aveva provato nel trovarsi di fronte a questa povera ragazza certamente vittima della società e del sistema. Finalmente arrivarono sufficienti poliziotti per poter transennare, anche solo con il nastro bianco e rosso, la zona, e cercare inutilmente di allontanare gli umarell verso i cantieri.
Infine arrivò il medico legale che assieme al commissario non poté che constatare che la ragazza era un’altra vittima del “killer delle ragazze”, come era stato battezzato l’assassino.
Che soddisfazione che la televisione trasmetta il video della diretta del ritrovamento della mia vittima. Lo sarebbe ancora di più se avessero capito il perché lo faccio. Posso così vedere l’amico commissario mentre parla con un'altra persona, sarà il medico legale di turno, che non sa cosa fare e si guarda attorno sperando di vedermi. Brancolano nel buio e non hanno nessuna speranza di trovarmi. Sarebbe meglio che abbassassi il volume, in fondo non dicono niente che abbia un senso neanche gli esperti nello studio, parlano, parlano, devono riempire il tempo, fino ad arrivare a ipotizzare assurde teorie su “complotti dei poteri forti”.
Mi piacerebbe entrare nella diretta e rivelare i motivi delle loro “assurde morti”, c’è anche un numero verde da chiamare, certo sarebbe proprio da stupidi e credono che lo sia perché mi invitano a comporre il numero. Ma ecco che suona il telefono, senza limiti al trash, fanno passare tutto, più è assurdo e più vende. Sento parlare una voce maschile, prima un po’ titubante, poi visto che tutti stanno zitti e aspettano, più sicura di sé, che afferma di essere lui l’assassino. Questa affermazione mi induce in un sorriso, e farà sollazzare tutti, anche sviarli, in attesa della prossima vittima.
Mettono in comunicazione il commissario, che naturalmente non sa di essere in diretta nazionale, vedo che risponde al telefono, per cui tutti sentiamo che gli chiede di che calibro è la pistola. Il tipo al telefono ritorna a balbettare, poi non si sente più niente, e infine arriva con un urlo liberatorio con un numero 38 special. Risposta sbagliata, vorrei dire al tipo.
Il commissario chiude la comunicazione bruscamente con il tipo che rimane in diretta nazionale, ma avendo sentito il clic pensa di essere da solo e parte con una serie di bestemmie contro internet e Wikipedia. Anche in studio non hanno coraggio di lasciare aperta la comunicazione. Tutto molto comico, non avevo considerato questo lato del mio agire. Spengo la televisione, devo studiare come procedere con la prossima candidata.
Dopo una settimana al commissario arriva una nuova telefonata, sta facendo colazione ma lascia tutto sul bancone del bar. Come paventava sarebbe successo, sembra che abbiano trovato un’altra vittima. In fondo sperava si sarebbe fermato, ad essere fortunati il killer avrebbe potuto avere avuto un incidente stradale. Ormai gli sono tutti contro, questo dannato killer delle ragazze, tutte giovani e avvenanti, ha colpito l’opinione pubblica, ma non sa che pesci pigliare visto che, a parte le caratteristiche fisiche, niente sembra collegare le vittime.
La trappola è innescata. Il mio nuovo profilo su Tinder è veramente strafigo. Adesso con AI è sempre più facile generare immagini di persone bellissime. Concludo il profilo con frasi tenere da cioccolatini e come per le altre volte non avrò che da scegliere la prossima vittima.
La sera successiva Elena si è preparata e le pare di essere perfetta. Tacco alto, gonna corta certo il fisico non le manca. Vuole fare una bella impressione sul tipo che ha conosciuto su Tinder, molto bello, curato, affascinante e non vede l’ora di incontrarlo. Si devono vedere in via Tal di Tali, per poi andare in un esclusivo ristorante a sorpresa, prenotato, da vero signore, per loro due. Ha solo un cruccio, nel profilo ha indicato che è sposata, lo fa sempre per non avere problemi se non le piace chi incontra, così che non essendo libera ha una scusa per andarsene e sparire, a maggior ragione perché sembra che le donne libere non siano ricercate su Tinder. E solo un dubbio, certo, e si vuole comportare come al solito, ma questa persona pare davvero speciale e quando arriva in via Tal dei Tali e lo vede, pur da lontano, pur in penombra, e lo vede così bello con un mazzo di rose per lei, decide di tornare un attimo sui suoi passi, cambiare lo stato sul social e scrivere un nuovo messaggio rivelandogli che è libera e single come lui, così salvandosi da morte certa.
Nel frattempo non riesce a vedere che il tipo con le rose viene raggiunto da una donna, per poi andare via assieme. Il killer, già pronto, vicino alla via dell’incontro, legge il messaggio e tutto il suo piano va in fumo, a queste condizioni non può più agire e se ne deve andare, senza più neppure rispondere a Elena, ormai rivelatasi migliore di quello che sembrasse.
Dopo il fallimento del progetto Elena, il killer comincia a nutrire dei dubbi sul proprio operato, su quella che ritiene una missione per purificare il mondo. Vaga un po' per le vie cittadine finché passando vicino a una chiesa, decide di entrarci cercando un prete per confessarsi e chiedere, nel segreto del confessionale, un parere sulla missione che ha intrapreso. Il prete cerca di capire di cosa stia parlando, riguardo al ravvedere le donne dal circuire gli uomini portandoli al peccato. Altro non si sente di dire. Ma tanto basta al prete che dice di non preoccuparsi, perché il giudizio e l’eventuale espiazione delle colpe spettano a Dio onnipotente e non agli uomini. Cara Federica, così mi sembra hai detto di chiamarti, puoi andare in pace e recitare tre Ave Maria.
Federica esce dalla chiesa in evidente imbarazzo su quello che pensava fosse il suo compito nella vita. Devo dar retta al prete e smetterla, o comunque proseguire? Mentre rimugina sul futuro della sua vita, nota una coppia che passeggia davanti a lei, lungo la medesima strada. Sembrano toccarsi quasi per caso, in piccoli momenti pare che le loro dita si sfiorino, e solo nelle zone in ombra dai lampioni, si prendono per mano. Qualcosa l’ha colpita, forse l’andatura particolare dell’uomo. Arrivano a un portone, Federica si ferma per non raggiungerli e si siede in una panchina al buio nel giardino di fronte. Intanto i due si guardano attorno un po’ furtivi, si avvicinano al portone e sotto la volta, ancora più in ombra, si danno un bacio veloce sulle labbra. Pur lontana li vede sorridere complici. Lui inserisce la chiave, apre l’anta e appena prima di entrare l’attira a se e la bacia più a lungo. Lei si discosta veloce, fa dei gesti come a dire, che fai, ma poi sorride entusiasta, lo saluta felice e se ne va.
Mentre Federica sta fissando la giovane donna che va via, non si avvede che le si è avvicinato un uomo che le chiede se abbia bisogno di aiuto per entrare, e se suo marito già rientrato che avrebbe bisogno di chiedergli della pulizia delle scale del condominio, a suo parere, non eseguite ad arte.
Federica lo guarda e in maniera pacata gli conferma di averlo appena visto entrare.
Non ha più dubbi, non può fermarsi, Dio capirà se colpirà un’ultima volta.