domenica 18 gennaio 2015

Il nostro due agosto (nero) 44 racconti sulla strage di Bologna raccolti e curati da Luca Martini

Il mio contributo a "un libro in cui si raccontano le sensazioni, le paure, gli odori, le speranze di quei drammatici momenti. Un libro a più voci."

Il 2 agosto 1980 ero un ragazzino quindicenne.
Al mio paesello si stava svolgendo la festa dell'amicizia. La corrispondente festa dell'unità della democrazia cristiana.
Si stavano già sperimentando le comunioni di intenti. Infatti, nella settimana successiva, le medesime strutture sarebbero state prese in carico dai comunisti per la loro festa dell'unità (e non sparivano bambini !!!).
Aveva un senso costruire qualcosa assieme e usarlo quando necessario.
I miei genitori erano volontari a tempo pieno alla festa, mia madre in cucina, mio padre tuttofare.
Io dovevo dare una mano, che non davo, e quella mattina eravamo tutti nel piazzale intitolato a J.F. Kennedy, mentre si stava preparando tutto per il pranzo.
Già si sentivano i profumi della carne alla griglia e del ragù fresco.
Allora non c'erano internet né i cellulari e le notizie arrivavano con l'Edizione Straordinaria del telegiornale, il mitico tg1.


Oppure per passa parola telefonico, all'autorità del paese, il primo a essere informato a quel tempo, il sindaco.
Arrivò e raccontò quello che era successo. Noi ragazzini eravamo lì intorno e almeno io non colsi subito la tragedia di quella giornata.
A 100 km di distanza Bologna era allora una città lontana. Dal paesello non si usciva molto spesso, men che meno per andare nel capoluogo della regione.
Era un brutto periodo. Un periodo di morti ammazzati e di stragi impunite.
Esplosioni, attentati.
Moro era stato ucciso solo due anni prima.
Noi ragazzini sentivamo di rimbalzo che accadevano tutte queste cose, le br, i fascisti, a scuola non si parlava di politica o di storia contemporanea. Credo fosse una scelta precisa di quel periodo.
Anche le tribune politiche erano dei musei di statue di cera parlanti (ma vedendo le attuali quasi le rimpiango), e certamente noi adolescenti non le guardavamo.
Nella mia terza media, finita da solo un anno, avevamo cominciato a studiare l'inizio della prima guerra mondiale.
Il ventennio fascista era ancora troppo vicino per molte persone che lo avevano vissuto, da una parte o dall'altra.
Molti fatti li avrei poi imparati negli anni successivi. Molti ma certamente non tutti, e molti non li imparerò, non li impareremo mai.
Come la verità su questa bomba del 2 agosto.

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